La morte o distruzione d’ogni essere vivente restituisce di continuo alla natura le sostanze che l’azione vitale ha prodotto in lui e che sono necessarie per la formazione di nuova vita.
Biosfera
E’ il sistema che comprende tutti gli esseri viventi, l’aria, l’acqua e il suolo che costituiscono l’habitat (luogo) dove si sviluppa qualsiasi ciclo vitale (il fenomeno della vita). Il funzionamento della Biosfera si può riassumere in questo modo: dall’esterno una fonte d’energia rappresentata dalle radiazioni solari e all’interno la biomassa, sede del metabolismo vivente, dove gli organismi nascono, si accrescono, si riproducano, muoiono formando catene alimentari.
Tali processi biologici cominciano con il ciclo dell’energia solare che costituisce la vera fonte di vita sulla terra. Con l’energia solare le piante verdi possono realizzare il processo della fotosintesi, trasformando la materia inerte (inorganica) in materia organica e liberando ossigeno necessario per la vita animale. (Questo gas che nasce dalla vita, mantiene la vita!). Quasi tutto l’ossigeno presente nell’atmosfera è di origine biologica.
Catena Alimentare ed Equilibrio Ecologico
E' un sistema aperto per l’energia solare ma chiuso per i materiali; da qui la necessità di riciclare i residui e di riutilizzare i prodotti della decomposizione. Da questo punto di vista l’inquinamento può essere considerato come l’effetto di un riciclaggio non naturale e inadeguato dei materiali (organici ed inorganici), producente sostanze dannose alla vita stessa.
L’azione dell’uomo sulla Biosfera
Per molte migliaia di anni l’uomo ha esercitato un’influenza molto ridotta sull’ambiente. L’uomo primitivo si nutriva generalmente con alimenti teneri e sugosi (frutti, radici, larve, ecc.) e di un po’ di carne; quindi i primi strumenti che si costruirono dovevano servire per cacciare e pescare. In quel periodo l’azione dell’uomo sulla Biosfera fu molto scarsa (ancora oggi alcuni gruppi di aborigeni australiani sopravvivono grazie alla caccia e alla pesca, non conoscono agricoltura e allevamento, dipendendo esclusivamente dalla natura senza inquinarla). Con il passaggio dalla caccia/pesca all’agricoltura e all’allevamento, dovuto alla nascita della divisione del lavoro e della prima divisione della società in classi; iniziò l’alterazione dell’ambiente naturale. La massiccia distruzione dei vegetali in alcune aree a causa dell’allevamento intensivo (specialmente di ovini e caprini) ne modificò il clima. Grandi distese verdi a poco a poco s’inaridirono trasformandosi in savane, in terre aride e povere e in deserti. L’uomo cominciava ad alterare l’equilibrio biologico della Biosfera. L’aumento della popolazione, con l’aumento delle necessità, portò alla ricerca di nuovi mezzi per aumentare la produzione, introducendo nuove tecniche che aumentavano sempre di più la distruzione effettuata dall’uomo della natura. (Taglio dei boschi nel Medioevo per facilitare l’allevamento e l’agricoltura, l’incendio delle foreste vergini per ottenere terre da sfruttare….infatti allora si pensava che le risorse naturali fossero inesauribili!
Rivoluzione industriale
Con la rivoluzione industriale si sono introdotte nuove fonti d’energia (unica fino ad allora era quella solare!) dovute ai combustibili solidi. Gli effetti della combustione di questi prodotti si fecero sentire sempre più nella Biosfera. Iniziò con la rivoluzione industriale anche il fenomeno dell’urbanizzazione, cioè un’emigrazione dalla campagna alla città creando così zone sovraffollate e zone scarsamente abitate, introducendo numerosissimi problemi per l’elevato numero della popolazione in costante aumento.
Inquinamento demografico
Nel 1650 la popolazione umana era solo di 150 milioni d’individui, con un tasso d’incremento annuo dello 0,3%; cioè ci volevano 250 anni perché la popolazione raddoppiasse. Nel 1970 la popolazione era di 3.600 milioni con un tasso d’incremento del 2,1%, che corrisponde ad un periodo di raddoppio in 33 anni! ( A causa delle continue guerre, delle carestie, della fame nei paesi del terzo mondo, di una crescita quasi zero, se non negativa, di alcuni paesi ricchi; il tasso mondiale d’incremento demografico ha subito un rallentamento ed attualmente nel mondo siamo circa 6 miliardi). Prima dell’inizio del capitalismo industriale il tasso di natalità eccedeva di poco di quello della mortalità. La mortalità e le malattie erano molto elevate nel XVII° secolo, oggi l’equilibrio si è parzialmente rotto a causa della diminuzione della mortalità con l’allungarsi della vita media, per l’introduzione della medicina moderna. Secondo alcuni esperti "l’esplosione demografica" mondiale costituisce la causa principale dell’inquinamento e della crisi dell’ambiente nonché delle crisi sociali (contrapposizione e incremento del divario fra paesi ricchi e poveri, aumento dell’immigrazione, ecc.). E’ stato calcolato che se tutti gli attuali abitanti della terra potessero adottare il sistema economico e il modo di vita degli europei (o dei nordamericani), il tasso di inquinamento totale sarebbe 10 volte superiore e con un "effetto serra" tale da rendere in pericolo la vita sul pianeta.