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I laghi
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Introduzione ai laghiAdministrator Account11/04/2012837,02Download
Lago di BolsenaAdministrator Account23/01/2009252,51Download
Lago di BraccianoAdministrator Account23/01/2009122,66Download
Lago di ComoAdministrator Account23/01/2009289,29Download
Lago di GardaAdministrator Account23/01/2009723,23Download
Lago di LuganoAdministrator Account23/01/2009196,31Download
Lago d'IseoAdministrator Account23/01/2009381,45Download
Lago MaggioreAdministrator Account23/01/2009386,81Download
Lago d'OrtaAdministrator Account23/01/2009279,65Download
Lago TrasimenoAdministrator Account23/01/2009195,34Download
Laghi italiani Riduci
Alcuni tra i piu importanti Laghi Italiani

Caratterisitche morfometriche ed idrologiche di alcuni importanti laghi italiani
LAGO
ALTEZZA
AREA
VOLUME
PROF. Max
PROF. Media
AREA BACINO IMBRIFERO
PORTATA EMISSARIO
TEMPO DI RINNOVO
 
m s.l.m.
km²
km³
m
m
km²
m³ s­¹
anni
Como
198
145.9
22.5
410
154
4509
158.3
4.5
Maggiore
194
212.51
37.5
370
177.5
6599
296
4
Garda
65
367.94
49.0
350
133.3
2260
58.4
26.8
Lugano
271
27.5
4.7
288
171
297.2
0.38
12
Iseo
186
61.8
7.6
251
123
1736
58.7
4.1
Orta
290
15.15
1.3
143
71.6
116
4.6
8.9
Bracciano
164
57.02
5.05
165
88.6
146.7
1.17
137
Bolsena
305
113.55
9.2
151
81
273
2.42
120.6
Trasimeno
258
124.29
0.586
6.3
4.7
304.6
0.86
21.6
 
m a.s.l
km²
km³
m
m
km²
m³ s­¹
years
LAKE
ALTITUDE
AREA
VOLUME
DEPTH Max
DEPTH Mean
CATCHMENT AREA
OUTFLOW DISCHARGE
RENEWAL TIME

Situazione dei laghi Italiani
Il nostro Paese è abbastanza  ricco di laghi. Vi si trovano, infatti, circa 500 laghi con superficie superiore a 0,2 km2 di interesse naturalistico, paesistico o di risorsa idropotabile. Nel solo arco alpino, inoltre, ci sono oltre 4000 corpi lacustri più piccoli ma certamente di  valore ambientale elevato.
Il volume d’acqua invasato è di circa 150 km3. Questa quantità potrebbe far pensare ad una larga disponibilità d'acqua. Questa risorsa, però,  si trova soprattutto nel Nord del Paese,  nei grandi laghi sudalpini: Orta, Maggiore, Lugano, Como, Iseo e Garda (130 km3).
Quindi, solamente 20 km3 di acqua sono distribuiti nella restante parte del Paese e la maggior parte di essi è collocata in Italia Centrale, nei laghi Bolsena, Bracciano, Vico e Trasimeno. Soltanto una parte molto piccola, pari al 3% del volume totale, è  in ambienti lacustri situati nelle regioni meridionali ed insulari. Si tratta soprattutto di laghi artificiali appositamente realizzati per far fronte alle esigenze di approvvigionamento idropotabile ed irriguo di quelle regioni. Dato il clima semiarido che caratterizza le regioni meridionali del Paese, i bacini artificiali là realizzati sono soggetti ad ampie fluttuazioni del volume di acqua invasata. In anni di particolare siccità si può verificare un loro quasi completo essiccamento (in Sicilia nel 1993 i 30 laghi artificiali contenevano solo il 20% circa del loro volume potenziale).
In questo piccolo atlante dei laghi italiani per gli ambienti più importanti sono presentate:
=>
principali caratteristiche morfometriche
=>
mappa  batimetrica
=>
informazioni sullo stato trofico o sull'inquinamento
=>
balneabilità (limitatamente ai laghi Maggiore, Orta e Mergozzo)

 

Se l’importanza dei grandi bacini lacustri  è evidente, tuttavia bisogna sottolineare come anche i  bacini minori, i cosiddetti piccoli laghi, rivestano una notevole importanza. Essi, infatti, grazie alla loro distribuzione nel territorio rendono più accessibile ad un elevato numero di utenze un bene ambientale, l'acqua,  di primaria importanza in quanto fattore fondamentale per lo sviluppo di importanti attività dell’uomo in molte parti del nostro Paese.
Quindi anche i piccoli laghi, di pianura o di zone montane, necessitano di particolari attenzioni per la loro salvaguardia, anche in considerazione della loro maggior vulnerabilità ai fattori di stress ambientale. Non diversamente da quanto accade negli altri paesi industrializzati, i laghi italiani sono soggetti ad un deterioramento qualitativo delle loro acque imputabile a tre cause:

=>
l’eutrofizzazione, causata da un eccessivo carico di nutrienti (azoto e fosforo);
=>
l’acidificazione, prodotta dall’acidità delle deposizioni atmosferiche;
=>
l’inquinamento da sostanze tossiche, causato dallo scarico di effluenti industriali

 

L’eutrofizzazione è, per i laghi pedemontani, il problema più diffuso mentre i laghi alpini sono più sensibili all’acidificazione. L’inquinamento da sostanze tossiche colpisce meno di una decina di laghi , incluso il Lago d’Orta che, fino agli interventi di risanamento degli inizi di questo decennio, era il più grave esempio di questo tipo di fenomeno.

Laghi alpini.
Quello dell’acidificazione è il rischio più grave per i laghi d’alta quota. Una ricerca sistematica su queste problematiche è iniziata negli anni 70 con lo studio della qualità delle precipitazioni atmosferiche ed è proseguita nell’ambito di programmi dell’Unione Europea anche in collaborazione con paesi (Svizzera ed Austria) coinvolti nel problema. E’ stato costruito un data base relativo a 650 laghi dei quali 510 alpini e 200 d’alta quota dal cui esame è emerso che mentre soltanto l’1% dei laghi pedemontani è sensibile all’acidificazione, la percentuale sale al 52% per i laghi alpini. Si è pure messo in evidenza che il 2% dei laghi studiati hanno valori di pH inferiori a 5,3, limite al di sotto del quale le biocenosi vengono seriamente danneggiate, ed il 5% hanno un pH inferiore a 6.
Laghi pedemontani.
La maggior parte di questi corpi d’acqua, inclusi i bacini artificiali, è soggetto nel nostro paese all’eutrofizzazione. Per quanto riguarda in particolare i grandi corpi d’acqua a valle dell’arco alpino, importanti per le loro dimensioni e per la popolazione che attorno ad essi gravita, questi erano originariamente oligotrofi. La loro evoluzione trofica, descritta dalle variazioni di concentrazione del fosforo che è il fattore limitante la produzione algale, mostra che il lago più precocemente interessato al fenomeno è stato il Lugano, che tuttora rimane decisamente eutrofo presentando concentrazioni superiori ai 150 µgP l-1. Nei laghi Como, Maggiore ed Iseo l’incremento di concentrazione del fosforo si è evidenziato negli anni sessanta ed ha raggiunto, nei primi due ambienti, i valori massimi alla fine degli anni settanta mentre nell’Iseo l’incremento è continuato, sia pur con una stasi nel decennio 1975-1985, fino al presente. Il decremento del fosforo nel Lago Maggiore è stato particolarmente notevole e tale da far considerare di nuovo oligotrofo questo lago. Il lago di Garda è sempre stato, tra i laghi sudalpini, il più povero di fosforo anche se nei primi anni novanta la concentrazione di questo elemento è aumentata arrivando a superare, sia pur di poco, i 10 µgP l-1.
Nel nord del paese sono presenti, accanto ai grandi laghi, numerosi bacini di assai più modeste dimensioni ma ugualmente importanti per l’approvvigionamento idrico a scopo alimentare, agricolo ed industriale. Con poche eccezioni, si tratta di laghi eutrofi a causa di scarichi urbani e del rilascio di fertilizzanti dal bacino imbrifero.
Un terzo importante gruppo di laghi importanti per profondità e volume è situato in Italia centrale. Questi corpi d’acqua, per la maggior parte di origine vulcanica, sono tutti in condizioni di eutrofia.
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