Alcuni tra i piu importanti Laghi Italiani
Caratterisitche morfometriche ed idrologiche di alcuni importanti laghi italiani
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LAGO
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ALTEZZA
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AREA
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VOLUME
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PROF. Max
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PROF. Media
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AREA BACINO IMBRIFERO
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PORTATA EMISSARIO
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TEMPO DI RINNOVO
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m s.l.m.
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km²
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km³
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m
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m
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km²
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m³ s¹
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anni
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Como
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198
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145.9
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22.5
|
410
|
154
|
4509
|
158.3
|
4.5
|
Maggiore
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194
|
212.51
|
37.5
|
370
|
177.5
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6599
|
296
|
4
|
Garda
|
65
|
367.94
|
49.0
|
350
|
133.3
|
2260
|
58.4
|
26.8
|
Lugano
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271
|
27.5
|
4.7
|
288
|
171
|
297.2
|
0.38
|
12
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Iseo
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186
|
61.8
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7.6
|
251
|
123
|
1736
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58.7
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4.1
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Orta
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290
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15.15
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1.3
|
143
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71.6
|
116
|
4.6
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8.9
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Bracciano
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164
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57.02
|
5.05
|
165
|
88.6
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146.7
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1.17
|
137
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Bolsena
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305
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113.55
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9.2
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151
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81
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273
|
2.42
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120.6
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Trasimeno
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258
|
124.29
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0.586
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6.3
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4.7
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304.6
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0.86
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21.6
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m a.s.l
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km²
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km³
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m
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m
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km²
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m³ s¹
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years
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LAKE
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ALTITUDE
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AREA
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VOLUME
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DEPTH Max
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DEPTH Mean
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CATCHMENT AREA
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OUTFLOW DISCHARGE
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RENEWAL TIME
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Situazione dei laghi Italiani
Il nostro Paese è abbastanza ricco di laghi. Vi si trovano, infatti, circa 500 laghi con superficie superiore a 0,2 km2 di interesse naturalistico, paesistico o di risorsa idropotabile. Nel solo arco alpino, inoltre, ci sono oltre 4000 corpi lacustri più piccoli ma certamente di valore ambientale elevato.
Il volume d’acqua invasato è di circa 150 km3. Questa quantità potrebbe far pensare ad una larga disponibilità d'acqua. Questa risorsa, però, si trova soprattutto nel Nord del Paese, nei grandi laghi sudalpini: Orta, Maggiore, Lugano, Como, Iseo e Garda (130 km3).
Quindi, solamente 20 km3 di acqua sono distribuiti nella restante parte del Paese e la maggior parte di essi è collocata in Italia Centrale, nei laghi Bolsena, Bracciano, Vico e Trasimeno. Soltanto una parte molto piccola, pari al 3% del volume totale, è in ambienti lacustri situati nelle regioni meridionali ed insulari. Si tratta soprattutto di laghi artificiali appositamente realizzati per far fronte alle esigenze di approvvigionamento idropotabile ed irriguo di quelle regioni. Dato il clima semiarido che caratterizza le regioni meridionali del Paese, i bacini artificiali là realizzati sono soggetti ad ampie fluttuazioni del volume di acqua invasata. In anni di particolare siccità si può verificare un loro quasi completo essiccamento (in Sicilia nel 1993 i 30 laghi artificiali contenevano solo il 20% circa del loro volume potenziale).
In questo piccolo atlante dei laghi italiani per gli ambienti più importanti sono presentate:
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principali caratteristiche morfometriche
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mappa batimetrica
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informazioni sullo stato trofico o sull'inquinamento
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balneabilità (limitatamente ai laghi Maggiore, Orta e Mergozzo)
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Se l’importanza dei grandi bacini lacustri è evidente, tuttavia bisogna sottolineare come anche i bacini minori, i cosiddetti piccoli laghi, rivestano una notevole importanza. Essi, infatti, grazie alla loro distribuzione nel territorio rendono più accessibile ad un elevato numero di utenze un bene ambientale, l'acqua, di primaria importanza in quanto fattore fondamentale per lo sviluppo di importanti attività dell’uomo in molte parti del nostro Paese.
Quindi anche i piccoli laghi, di pianura o di zone montane, necessitano di particolari attenzioni per la loro salvaguardia, anche in considerazione della loro maggior vulnerabilità ai fattori di stress ambientale. Non diversamente da quanto accade negli altri paesi industrializzati, i laghi italiani sono soggetti ad un deterioramento qualitativo delle loro acque imputabile a tre cause:
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l’eutrofizzazione, causata da un eccessivo carico di nutrienti (azoto e fosforo);
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l’acidificazione, prodotta dall’acidità delle deposizioni atmosferiche;
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l’inquinamento da sostanze tossiche, causato dallo scarico di effluenti industriali
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L’eutrofizzazione è, per i laghi pedemontani, il problema più diffuso mentre i laghi alpini sono più sensibili all’acidificazione. L’inquinamento da sostanze tossiche colpisce meno di una decina di laghi , incluso il Lago d’Orta che, fino agli interventi di risanamento degli inizi di questo decennio, era il più grave esempio di questo tipo di fenomeno.
Laghi alpini.
Quello dell’acidificazione è il rischio più grave per i laghi d’alta quota. Una ricerca sistematica su queste problematiche è iniziata negli anni 70 con lo studio della qualità delle precipitazioni atmosferiche ed è proseguita nell’ambito di programmi dell’Unione Europea anche in collaborazione con paesi (Svizzera ed Austria) coinvolti nel problema. E’ stato costruito un data base relativo a 650 laghi dei quali 510 alpini e 200 d’alta quota dal cui esame è emerso che mentre soltanto l’1% dei laghi pedemontani è sensibile all’acidificazione, la percentuale sale al 52% per i laghi alpini. Si è pure messo in evidenza che il 2% dei laghi studiati hanno valori di pH inferiori a 5,3, limite al di sotto del quale le biocenosi vengono seriamente danneggiate, ed il 5% hanno un pH inferiore a 6.
Laghi pedemontani.
La maggior parte di questi corpi d’acqua, inclusi i bacini artificiali, è soggetto nel nostro paese all’eutrofizzazione. Per quanto riguarda in particolare i grandi corpi d’acqua a valle dell’arco alpino, importanti per le loro dimensioni e per la popolazione che attorno ad essi gravita, questi erano originariamente oligotrofi. La loro evoluzione trofica, descritta dalle variazioni di concentrazione del fosforo che è il fattore limitante la produzione algale, mostra che il lago più precocemente interessato al fenomeno è stato il Lugano, che tuttora rimane decisamente eutrofo presentando concentrazioni superiori ai 150 µgP l-1. Nei laghi Como, Maggiore ed Iseo l’incremento di concentrazione del fosforo si è evidenziato negli anni sessanta ed ha raggiunto, nei primi due ambienti, i valori massimi alla fine degli anni settanta mentre nell’Iseo l’incremento è continuato, sia pur con una stasi nel decennio 1975-1985, fino al presente. Il decremento del fosforo nel Lago Maggiore è stato particolarmente notevole e tale da far considerare di nuovo oligotrofo questo lago. Il lago di Garda è sempre stato, tra i laghi sudalpini, il più povero di fosforo anche se nei primi anni novanta la concentrazione di questo elemento è aumentata arrivando a superare, sia pur di poco, i 10 µgP l-1.
Nel nord del paese sono presenti, accanto ai grandi laghi, numerosi bacini di assai più modeste dimensioni ma ugualmente importanti per l’approvvigionamento idrico a scopo alimentare, agricolo ed industriale. Con poche eccezioni, si tratta di laghi eutrofi a causa di scarichi urbani e del rilascio di fertilizzanti dal bacino imbrifero.
Un terzo importante gruppo di laghi importanti per profondità e volume è situato in Italia centrale. Questi corpi d’acqua, per la maggior parte di origine vulcanica, sono tutti in condizioni di eutrofia.